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lessico
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lessico (s.)
vocabolario; lessico[ClasseHyper.]
livre éducatif (fr)[Classe]
(multilingue; plurilingue), (lingua comune)[termes liés]
lessico (s.)
ensemble de mots (fr)[Classe]
dictionnaire (fr)[DomainDescrip.]
lessico (s.)
Wikipedia
Il lessico o vocabolario è il complesso delle parole e delle locuzioni di una lingua (esempi: "il lessico italiano è molto ricco", "la lingua italiana ha un vocabolario molto ricco"), oppure anche solo una parte di tale complesso. Ad esempio l'insieme delle parole e delle locuzioni proprie di un settore del sapere umano (esempi: "il lessico della zoologia", "il lessico giuridico") o di un'attività umana (esempi:"il lessico sportivo", "il lessico politico"), oppure l'insieme delle parole e delle locuzioni utilizzate da una particolare collettività (esempio: "il vocabolario dei poeti ermetici"), o in una particolare epoca (esempio: "il lessico del Seicento"), o in una particolare opera (esempio: "il lessico della Divina commedia"), o da un particolare scrittore (esempio: "il lessico di Giacomo Leopardi"), oppure l'insieme delle parole e delle locuzioni utilizzate o comprese da una particolare persona (esempio: "hai un vocabolario molto limitato").
I termini "lessico" e "vocabolario" sono sinonimi ma l'uso del termine "vocabolario" prevale in riferimento a collettività o a singole persone.
Inerentemente al lessico di una persona si distingue tra:
In generale basta un lessico ristretto dalle 400 alle 800 parole per far fronte alle esigenze comunicative della lingua quotidiana. Per comprendere messaggi più complessi (articoli di riviste, giornali o letture di classici) sono necessarie dalle 4.000 alle 5.000 parole, mentre in casi eccezionali, come in Dante Alighieri o in James Joyce, è richiesto un bagaglio lessicale di 80.000-100.000 parole.
Negli ultimi tempi si sta osservando la costruzione di nuovi contesti di comunicazione (Chat, SMS,...) nei quali si utilizza un lessico ancora più ristretto che va dalle 100 alle 200 parole.
Un confronto può essere fatto con la lingua tedesca: il Duden contiene circa 120.000 parole chiave. Tramite la flessione possono venire create, nelle lingue flessive, innumerevoli forme lessicali a partire da relativamente poche forme di base: nella lingua tedesca (fattore 10), per esempio, decisamente meno che in quelle che stanno lentamente perdendo la flessione (come la lingua inglese, che ha un fattore 4).
All’interno del lessico italiano si può individuare una porzione composta da circa 7000 lessemi (parole) che prende il nome di vocabolario di base (D'Achille 2010, p. 68).
Il vocabolario di base a sua volta è formato da:
Al di fuori del vocabolario di base è presente un altro settore che comprende 45.000 lessemi che però compaiono in testi complessi comprensibili da persone con un livello di istruzione elevato. Questo settore è detto vocabolario comune. Vocabolario di base e vocabolario comune formano il cosiddetto vocabolario corrente, al di fuori del vocabolario corrente si può collocare il lessico settoriale (vocabolario della chimica, vocabolario della fisica, vocabolario della biologia).
Nel lessico italiano è importante citare anche la funzione delle voci gergali e dei regionalismi. Le voci gergali sono parole usate da persone all’interno di un gruppo per manifestare l’appartenenza al gruppo stesso (sbirro, secchione). I regionalismi invece sono parole che vengono usate solamente in varie regioni e per questo comprensibili per la maggior parte solo dagli abitanti del posto (in toscano uscio significa porta).
Le componenti fondamentali del lessico italiano dal punto di vista etimologico sono tre:
La lessicologia semantica compie degli studi sui rapporti che sono possibili tra le parole e che possono essere analizzati sia sul piano paradigmatico sia su quello sintagmatico. Entrambi i concetti sono stati esposti dal linguista francese De Saussure nel Cours de linguistique generale del 1916. Il piano paradigmatico rappresenta l’insieme di parole che una lingua mette a disposizione del parlante per formare delle frasi, mentre il piano sintagmatico rappresenta la combinazione vera e propria di parole che portano alla formulazione di frasi e quindi di messaggi linguistici.
Per quanto riguarda la lessicologia semantica c’è da fare un’importante distinzione tra polisemia e omonimia. La polisemia si ha quando una parola ha la possibilità di esprimere più significati. Tra i significati espressi da una parola polisemica è presente sempre una caratteristica comune a tutti i significati. L’omonimia invece riguarda parole che sono uguali dal punto di vista del significante ma che mutano dal punto di vista del significato (ancòra, ancora).
Nella lessicologia semantica hanno grande importanza i concetti di antonimia, iperonimia, iponimia e meronimia (D'Achille 2010 p.63-64).
Nelle comunicazioni orali il lessico usato dagli interlocutori è molto ridotto rispetto all’uso nello scritto, infatti le conversazioni parlate sono di solito informali e per questa ragione i parlanti usano raramente lessemi che portano all’uso di un registro elevato (D'Achille 2010, p. 204).
Inoltre nel parlato vengono compiute molte ripetizioni di parole e vengono usati termini che hanno un significato molto generico, quindi nel palato è molto sfruttata la polisemia.
Un’altra particolarità del lessico parlato è l’uso di pronomi clitici che vengono uniti a verbi (pronomi enclitici) e assumono un significato diverso da quello che hanno inizialmente (farcela significa riuscire a fare qualcosa).
Da segnalare anche l’uso frequente dell’alterazione che viene usata per enfatizzare o rafforzare un concetto (bimbetto, pennette) oppure di termini con valore elativo per la stessa ragione (una boiata pazzesca).
Analizzando il lessico nel parlato si può notare inoltre che interviene frequentemente la variazione diastratica. La variazione diastratica è molto legata al cosiddetto "italiano popolare" ovvero il linguaggio che usano persone anziane e con un livello di istruzione molto basso, ma anche al parlato giovanile (D'Achille 2010 p.214-215).
In generale il linguaggio giovanile è formato da:
Nelle comunicazioni scritte viene usato un lessico molto più ampio rispetto al parlato. Infatti raramente sono presenti delle ripetizioni che sono sostituite da sinonimi o da perifrasi (la parola dire è spesso sostituita da affermare o annunciare).
Il registro usato nello scritto solitamente è molto elevato perché lo scritto viene usato per comunicazioni di carattere formale come accade nei compiti di esame o nelle lettere inviate ad autorità comunali, regionali e nazionali.
Nel corso del tempo il lessico di una lingua può cambiare e si può modificare. I principali mutamenti lessicali sono:
La distribuzione variabile delle parole viene descritta tramite la legge di Zipf, detta anche legge empirica. Attraverso il neologismo Zipf ha anche ideato una nuova parola che deriva sempre da lessico, cioè "lessile", che non ha un significato preciso nella lingua italiana ma significa "poco comprensivo". Un problema nella misurazione del volume lessicale può per esempio sollevare la questione se debbano essere contate anche le parole composte (p.e. appendiabiti - una parola nuova o due parole?)
In questo deve essere considerato: quanto più è alto il livello di istruzione di una persona, tanto più ricco sarà il suo lessico. Un lessico più ampio servirà per uno scambio di informazioni più differenziato. I semplici tabloid utilizzano un lessico di 400 parole, i quotidiani intellettuali invece un lessico di circa 5.000 parole. In modo simile si possono categorizzare le trasmissioni televisive. Il lessico di una persona dipende dal campo di interessi di questa persone (oltre alla terminologia specifica).
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