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frana
frana (n.f.)
franare
cedere, crollare, precipitare, rovinare, smottare, sprofondare
franare (v. intr.)
affondare, avvallarsi, cadere, cedere, collassare, crollare, fallire, incavarsi, infossarsi, precipitare, ricadere, ricorrere, rovinare, scoscendersi, smottare, tombolare
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franare (v. intr.)
precipitare; cascare; cadere[Classe]
devenir en mauvais état (fr)[Classe...]
se casser (fr)[Classe]
(velocità; rapidità)[Caract.]
cambiare, mutare, variare[Hyper.]
crollo - avvallamento, cedimento, frana, franamento - crac, crollo, fallimento, tracollo[Dérivé]
abbandonare, dimettersi, lasciare, rinnegare, rinunciare, rinunciare a, rinunziare, smettere - far collassare, far crollare[Domaine]
calare, discendere, fioccare, precipitare, ricadere, scendere[Analogie]
franare (v. intr.)
precipitare; cascare; cadere[Classe]
déraper (fr)[Classe]
franare (v. intr.)
Wikipedia
Con il termine frana si indicano tutti i fenomeni di movimento o caduta di materiale roccioso o sciolto dovuti alla rottura dell'equilibrio statico preesistente ovvero all'effetto della forza di gravità che, agendo su di esso, supera le forze opposte di coesione del terreno.
Indice |
Le frane possono dare luogo a profonde trasformazioni della superficie terrestre, e a causa della loro alta pericolosità, in alcune aree abitate, devono essere oggetto di attenti studi e monitoraggi. Lo scopo dello studio delle frane è quello di essere in grado di prevedere un loro movimento o comunque se non fosse possibile bloccare la caduta del materiale tentare di deviarne o rallentarne la corsa tramite l'utilizzo di particolari strutture di ingegneria naturalistica, oppure, nei casi "inoperabili", approntare Piani di Protezione Civile finalizzati a sgombero preventivo, temporaneo o definitivo.
Per frana o dissesto è ..da intendersi qualsiasi situazione di equilibrio instabile del suolo, del sottosuolo o di entrambi, compreso fenomeni di intensa erosione superficiale, o fenomeni franosi che interessano i pendii in profondità, tali movimenti sono controllati dalla gravità. I fattori o le cause che producono una frana o un movimento di massa sono molteplici si distinguono in tre tipi:
Spesso movimenti franosi sono conseguenza di situazioni di alto rischio idrogeologico se non di conclamato dissesto idrogeologico che combinano insieme fattori meteorologico-climatici, geologici e antropici.
In genere una frana è caratterizzata da due parti:
L'alveo o pendio di frana è quella zona in cui il materiale coinvolto nella frana si trova ad una quota inferiore rispetto alla superficie originaria del pendio. La zona di accumulo è quella zona in cui il materiale si trova ad una quota superiore rispetto al versante originario. Una ulteriore divisione prevede di considerare:
La massa di terreno coinvolta dal fenomeno viene chiamata materiale mobilizzato e viene comunemente suddiviso in corpo principale (parte del materiale che in seguito al movimento resta nell'alveo della frana) e piede della frana (materiale che si attesta nella zona di accumulo).
Per classificare i vari tipi di frane generalmente ci si riferisce al tipo di materiale movimentato (che può essere suddiviso in materiale roccioso, detrito di falda e terreno sciolto) ed al tipo di movimento che il materiale segue. Queste due caratteristiche principali vengono poi integrate considerando anche altri aspetti come la velocità, l'entità del movimento e il contenuto d'acqua.
Una delle classificazioni più usate è quella proposta da Varnes nel 1978 e successivamente integrata da Cruden nel 1996. Questa classificazione suddivide le frane secondo 5 tipi di movimento e 3 classi di materiali.
tipo di movimento | tipo di materiale | |||
---|---|---|---|---|
rocce | terreni grossolani | terreni fini | ||
crolli (falls) | crolli di roccia | crolli di detrito | crolli di terra | |
ribaltamenti (topples) | ribaltamento di roccia | ribaltamento di detrito | ribaltamento di terra | |
scorrimenti (slides) | rotazionali | scorrimento rotazionale di roccia | scorrimento rotazionale di detrito | scorrimento rotazionale di terra |
traslazionali | scorrimento traslazionale di roccia | scorrimento traslazionale di detrito | scorrimento traslazionale di terra | |
espandimenti laterali (lateral spreads) | espandimenti laterali di roccia | espandimenti laterali di detrito | espandimenti laterali di terra | |
flussi (flows) | flussi di roccia (deformazioni gravitative profonde di versante) | flussi di detrito | flussi di terra | |
frane complesse/composite (complex) | combinazione di 2 o più tipi nello spazio e/o nel tempo |
Deformazioni gravitative profonde di versante", o DGPV, sono particolari fenomeni dei quali si è presa esatta coscienza solo negli ultimi decenni
Le frane da scorrimento-colata rapida di fango avvengono durante prolungati periodi piovosi e si attivano, infine, in concomitanza di eventi meteorici record, è un tipo di frana molto liquida, ed ha origine all’interno del manto di copertura piroclastica (a)o comunque detritica giacente su substrato roccioso (b). a) I terreni piroclastici (etimologia: fuoco - detrito) si sono depositati nel corso dei secoli durante eruzioni vulcaniche, e in genere sono ancora giacenti su fianchi di apparato vulcanico. Lo scioglimento repentino delle nevi di quota - a causa di imminente eruzione - oppure piogge intense o prolungate, mobilizzano la coltre piroclastica creando un flusso "autoalimentante" che scorre verso valle a grande velocità, avendo massa molto densa fortemente erosiva. Sono famose le colate che si verificano su vulcani giapponesi, ma, soprattutto, su quelli centro americani. (vedi Ecuador, Indonesia, Giappone, vulcano Monte sant'Elena, 1980, USA). Oppure si attivano in terreni vulcanici antichi ove siano presenti valli e fianchi vallivi. (in Italia, vedi Frane di Sarno, Irpinia, 1998) b) Altri tipi di substrato possono essere i più vari: molto "produttivi sono - in Italia - i terreni terziari e quaternari di origine sedimentaria, meno competenti e più facilmente alterabili in superficie. In assenza di piogge prolungate o ripetitive, o di periodi storici piovosi, la coltre di alterazione si imposta in loco approfondendo verso il basso, a scapito degli strati superficiali "rocciosi" sottostanti. In Italia le colate di fango - meglio chiamate "Frane per saturazione e fluidificazione dei terreni detritici superficiali" sono normali nei versanti ad alta pendenza di Appennini e Alpi. (vedi Valle d'Ossola, 1978, Langhe piemontesi, 1994 - Pubblicazioni Servizio Geologico Regionale Piemonte) In genere la frana inizia con un piccolo smottamento più a monte in corrispondenza di punti deboli (balze rocciose, strade, etc) che impatta sul versante di terreni saturi d’acqua che si mobilizzano e "scorrono" a valle con notevole energia. In genere la zona di "colata", a valle della nicchia di distacco, si imposta sulla superficie topografica naturale preesistente che funge da "piano di flusso". Quando la frazione liquida è predominate su quella solida il pendio attraversato si conserva integro con copertura erbosa intatta. In questi casi, e stante l'esistenza di condizioni geometriche ottimali, quali una sensibile lunghezza e pendenza del versante, la lunghezza totale della frana può essere di molte unità (5 - 10)superiore alla sua larghezza. La zona di accumulo, alla base del versante, è tipicamente in forma di ventaglio.
I movimenti di versante avvengono a causa dei fenomeni in grado di modificare le forze interne ed esterne agenti sul terreno o sull'ammasso roccioso. I fattori si possono dividere in condizionanti o scatenanti. I primi sono la forma del rilievo, la natura e la struttura del terreno, i secondi sono fattori esterni che influenzano la stabilità. Tra i fattori condizionanti troviamo quindi la geometria del rilievo, la litologia, la struttura geologica e l'assetto strutturale, le proprietà meccaniche e il grado di alterazione dei materiali ed infine la presenza di vegetazione. Tra i fattori scatenanti troviamo le precipitazioni e i cambiamenti delle condizioni idrologiche, la variazione dei carichi statici o dinamici, la variazione della geometria dei pendii, l'erosione e l'azione climatica.
In ogni caso la rottura del materiale secondo una data superficie indica che lungo quella superficie gli sforzi agenti, che tendono a far muovere la massa, sono maggiori degli sforzi reagenti, che invece tendono a bloccarla. Di conseguenza è possibile suddividere le cause delle frane in fattori che aumentano gli sforzi agenti e fattori che diminuiscono quelli reagenti.
I fattori che determinano un aumento degli sforzi agenti possono essere suddivisi in:
I fattori che generano una ridotta capacità portante del materiale si suddividono in:
Il decreto del Ministero delle Infrastrutture del 14/01/2008 afferma al capitolo 6 (Stabilità dei pendii naturali) che "Lo studio della stabilità dei pendii naturali richiede osservazioni e rilievi di superficie, raccolta di notizie storiche sull’evoluzione dello stato del pendio e su eventuali danni subiti dalle strutture o infrastrutture esistenti, la constatazione di movimenti eventualmente in atto e dei loro caratteri geometrici e cinematici, la raccolta dei dati sulle precipitazioni meteoriche, sui caratteri idrogeologici della zona e sui precedenti interventi di consolidamento." [1]
Il monitoraggio delle frane ha come obiettivi:
Un monitoraggio attento e continuo può essere molto proficuo dal punto di vista della gestione del rischio nell'ambito della protezione civile.
Attraverso la strumentazione geotecnica è possibile valutare:
Ulteriori strumenti per il monitoraggio dei movimenti franosi sono:
Per evitare di innescare i movimenti franosi è necessario porre attenzione alle aree a rischio ed osservare alcuni accorgimenti:
In ogni caso all'atto della progettazione di un'opera in prossimità di un pendio è necessaria la valutazione della stabilità globale del pendio stesso.
Uno dei metodi utilizzato per proteggere le strutture e la popolazione a valle di un pendio roccioso a rischio di frana sono reti, rilevati e barriere paramassi, interventi passivi in grado di frenare i blocchi in movimento ed evitare che questi raggiungano le strutture sottostanti.
Per aumentare il fattore di sicurezza in un'area a rischio frana si possono progettare interventi attivi di vario tipo. Fondamentalmente si distinguono questi interventi in interventi che diminuiscono gli sforzi di taglio che il materiale deve mobilitare per mantenersi in equilibrio ed interventi che aumentino le caratteristiche di resistenza al taglio del materiale.
Gli interventi principali per ridurre la resistenza a taglio mobilitata, e quindi per far sì che ci sia sempre una differenza accettabile tra questi e la resistenza a taglio massima del materiale, sono:
In caso di terreni rocciosi si può intervenire anche con tiranti, bulloni o chiodi infissi nella roccia che quindi possano sostenere la massa.
Esistono degli interventi in grado di migliorare la resistenza intrinseca di un materiale agli sforzi esterni. Questi interventi sono:
Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia
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English dictionary
Main references
Most English definitions are provided by WordNet .
English thesaurus is mainly derived from The Integral Dictionary (TID).
English Encyclopedia is licensed by Wikipedia (GNU).
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