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Vermouth
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Vermouth | |
Prodotto agroalimentare tradizionale (ai sensi dell'art. 8 del D.Lgs. 30 aprile 1998, n. 173) | |
Categoria: | Liquori |
Zona di produzione: | L'intera regione del Piemonte |
Regione: | Piemonte |
Il vermouth o vermut, è un vino liquoroso aromatizzato, di gradazione alcolica non inferiore al 16% e non superiore al 21% in volume, ottenuto da vini bianchi zuccherini dal sapore neutro e delicato (bianco secco), da alcol a 95-96°, da zucchero (saccarosio) e da piante aromatiche, delle quali la più importante è l'assenzio maggiore (Artemisia absinthium L.) una pianta della famiglia delle Compositae.
Il vermouth fu inventato nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano a Torino, che scelse questo nome riadattando il termine Wermut, con il quale viene chiamata l'artemisia maggiore in lingua tedesca[1].
Indice |
Storia
In seguito alla guerra di successione spagnola, iniziata nel 1701, che vide contrapporsi la Francia e l'Inghilterra, quest'ultima si trovò a dover superare i problemi derivanti dall'impossibilità di ricevere le normali forniture di vino francese. Per tale motivo, nel 1703 venne stipulato, tra l'Inghilterra e il Portogallo, il trattato di Methuen che prevedeva vari accordi di tipo politico, militare e commerciale, con particolare riguardo all'importazione in Inghilterra di pregiati vini liquorosi portoghesi, a fronte dell'esportazione in Portogallo di pregiati tessuti inglesi.
Fortemente diffuso dai mercanti inglesi che, di fatto, ne avevano assunto il monopolio commerciale, il vino liquoroso ebbe un grande successo in tutta Europa, sia per il gradimento delle dame verso il gusto dolce, sia per l'intrinseco significato antifrancese che tale consumo comportava.
Così, creatosi un mercato stabile di consumatori, molti furono i tentativi di offrire una bevanda similare che potesse essere proposta in alternativa. Tra questi esperimenti commerciali, nella seconda metà del XVIII secolo, il Marsala che replicava in Sicilia i metodi di vinificazione e invecchiamento portoghesi e il Vermouth che ebbe il merito di permettere l'utilizzo di vini giovani ad alta gradazione, surrogando le sapidità tipiche dell'invecchiamento attraverso l'aggiunta d'una particolare miscela di erbe aromatizzanti.
La mistura registrò una grande diffusione, sia per la gradevolezza del gusto, sia per l'inferiore costo di produzione, e venne immediatamente adottata in gran parte dell'Europa, particolarmente dai vinificatori di Francia, ove nacquero diversi produttori di Vermouth. Tra questi il farmacista parigino Joseph Dubonnet, fondatore dell'omonima azienda vinicola, che nel tentativo di realizzare un composto adatto a far assumere gradevolmente le necessarie dosi di chinino alle truppe francesi di stanza in Africa, inventò il Vermouth chinato che ebbe un enorme successo commerciale, oltre a divenire un "genere di conforto" tradizionale della Legione Straniera.
Composizione
Per legge (n. 224 del 23 gennaio 1934) il termine vermouth è riservato ad un prodotto ottenuto da vino di produzione nazionale addizionato di sostanze aromatiche e amaricanti permesse.
La gradazione alcolica non deve essere inferiore al 16% in volume e il contenuto in zuccheri complessivi, espressi come zucchero invertito, non inferiore a 14 grammi per 100 ml. Nei vermouth indicati come secchi o dry il contenuto alcolico minimo è del 18% e gli zuccheri non possono eccedere i 14 grammi.
Gli aromi derivano da:[2]
- foglie o piante intere di artemisia o assenzio (aroma principale prescritto dalla legge n. 108 del 16 marzo 1958, ad esclusione di alcuni tipi destinati all'esportazione), di camedrio, di cardo santo, della centaurea minore, della coca, dell'issopo, della maggiorana, della melissa, del dittamo, del timo, della salvia;
- i fiori di camomilla, di luppolo, di sambuco, di zafferano, chiodi di garofano;
- i frutti di anice stellato, di finocchio, di coriandolo, di cardamomo, di arancio (cortecce), macis, noce moscata, fava tonka, vaniglia;
- le radici di angelica, di calamo aromatico, di enula campana, di galanga, di genziana, d'imperatoria, di ireos, di zenzero, di zedoaria;
- le scorze di cannella, di china, di melograno;
- il legno di quassio;
- il succo di aloe.
Il vermouth si beve specialmente come aperitivo ed entra nella composizione di molti cocktail, tra quali famoso è il Martini, ma può anche essere usato per cucinare carni.
Ci sono vari stili di vermouth, generalmente distinti per colore (rosso, bianco e rosato) e per gusto (dolce, secco, extra secco e chinato).L'uso del caramello come dolcificante e colorante è riservato al vermouth rosso
Riconoscimenti
La regione Piemonte ha ottenuto dal ministero il riconoscimento del vermut tra i prodotti agroalimentari tradizionali italiani
Note
- ^ Storia del vermouth sul sito del comune di Torino
- ^ Vittorio Villavecchia; Gino Eigenmann, Nuovo dizionario di merceologia e chimica applicata - Vol 7° Tabacco - Zucchero, Hoepli, 1974. ISBN 8820305291
Collegamenti esterni